Michele Pellegrini, Dimissioni

Questo romanzo ha per protagonista un ragazzo malato di ipertensione e con la passione-ossessione per gli sfigmomanometri. Il ragazzo non ha nome, viene chiamato semplicemente "il ragazzo", e significativamente solo alla fine del libro gli verranno dati un nome e un cognome.

Il ragazzo, poco più che trentenne, è completamente ossessionato dalla sua malattia: quando ne parla sembra un libro di medicina, tiene tutti i suoi mille farmaci sul comodino e ha, appunto, un'intera collezione di sfigmomanometri, che usa uno dietro l’altro per misurarsi la pressione decine di volte a ogni minimo sintomo. A causa di questa ossessione il suo matrimonio è finito e ora si dedica solo alla sua malattia e al lavoro di promotore di libri scolastici. A un certo punto gli viene prospettata una promozione, e in quel momento molte cose nella sua vita cambieranno…

È il titolo stesso, oltre alla quarta di copertina, a dire cosa succede, per cui non svelo niente di irreparabile se dico che il ragazzo darà le dimissioni, non solo dal lavoro, ma da tutto, e partirà per un viaggio a piedi. Era stato proprio questo ad attrarmi, l’idea di una persona che dà le dimissioni da tutto, abdica dalla vita e diventa, così, re di se stesso, per dirla con Pessoa.

Possiamo dire, quindi, che Dimissioni è un romanzo esistenziale, nel senso che, sì, narra una vicenda, ma più che altro ruota attorno a un concetto, all’idea di mollare tutto, ma anche all’idea di convivere con una malattia, con tutta l’ipocondria che ne consegue. Ma lo fa in maniera leggera, ironica, anche divertente.

Il romanzo è diviso in tre parti. Nella prima i capitoli si alternano: in uno è il ragazzo a parlare, nel successivo lo sguardo del narratore ci porta direttamente dentro le conversazioni degli amici del ragazzo – il Professore, il Palazzinaro e il Giardiniere, tre tipi che definire strambi è dire poco. L’alternanza dei capitoli prosegue per tutta la prima parte, la più lunga, poi si passa alla seconda parte, quella del viaggio, e alla terza, che si svolge un anno dopo e in cui il protagonista è ormai riuscito nel suo intento di scomparire, e ha in un certo senso contagiato i suoi amici.

Michele Pellegrini ha una scrittura fresca e frizzante, mi sembra un’ottima voce nel panorama italiano contemporaneo, anche se, certo, per dirlo bisognerebbe leggere anche gli altri suoi libri, peraltro molto eterogenei.

Titolo: Dimissioni
Autore: Michele Pellegrini
Casa editrice: Fernandel
Pubblicazione originale: 2004
Numero di pagine: 125
Lingua originale: italiano

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