Alain Mabanckou torna in Congo, nella sua Pointe-Noire, dopo 23 anni di assenza, su invito dell’Institut Français. Non era tornato neanche per il funerale dell’amata madre, perché per molto tempo aveva preferito fingere che non fosse morta. Questo libro è il racconto dei suoi incontri in quella sua terra di origine ormai lontana, delle sue impressioni, dei suoi ricordi.
Bisogna dire che non ho ancora mai letto un romanzo di Mabanckou, quindi non posso giudicarlo come romanziere, ma sicuramente è un narratore sopraffino, quindi mi viene da pensare che anche i suoi romanzi siano ottimi. Sicuramente proverò a leggerli, perché lo stile di questo autore mi è piaciuto moltissimo. Mabanckou ha una scrittura leggera, non lirica, non altisonante, ma comunque in certo modo poetica: la poesia del quotidiano. Scrive veramente in maniera avvolgente e coinvolgente. Leggere questo libro è stato un piacere non solo per quello che racconta ma anche per come lo racconta.
Mabanckou se n’è andato dal Congo per studiare in Francia e per l’appunto non tornava da una vita. Trova una Pointe-Noire cambiata ma tutto sommato sempre uguale, e lo stesso vale per amici e parenti. Alcune cose non ci sono più, altre sono cambiate, per esempio l’amato cinema Rex è diventato una chiesa. I parenti, in particolar modo la famiglia del padre, sembrano interessati perlopiù ai soldi portati da quel loro parente che ha fatto carriera letteraria all’estero. Ma non è così per tutti, fortunatamente: molti di loro sono genuinamente felici di rivederlo.
Il capitolo più bello è quello in cui Mabanckou ricorda nonna Hélène, che non era veramente sua nonna benché lui la chiamasse così. Una donnina energica, che viveva per preparare da mangiare agli innumerevoli parenti, in particolar modo ai bambini. Se ti trovavi nei paraggi, nonna Hélène non transigeva: dovevi mangiare da lei e ti rimpinzava così tanto che rischiavi seriamente di sentirti male. Quando Mabanckou torna in Congo, nonna Hélène è ormai vecchissima e sta morendo, ma aspetta una “donna bianca” che la verrà a prendere per portarla con sé nell’aldilà. E trova un segno di questa donna bianca nella compagna dell’autore. Un capitolo divertentissimo ma anche dolcissimo.
È un libro davvero bello, mi è piaciuto molto vedere Pointe-Noire con gli occhi sia di Mabanckou bambino, sia di Mabanckou adulto che non la vedeva da più di vent’anni. Si notano i cambiamenti, ma si nota anche ciò che resta uguale, come ad esempio la felicità dei bambini.
Consigliatissimo, spero di proseguire al più presto la conoscenza di questo autore.
Titolo originale: Lumières de Pointe-Noire
Titolo italiano: Le luci di Pointe-Noire
Autore: Alain Mabanckou
Traduttori: Federica Di Lella e Giuseppe Girimonti Greco
Casa editrice: 66thand2nd
Pubblicazione originale: 2013
Numero di pagine: 192
Lingua originale: francese